La vedo tornare a casa in bici, nel primo pomeriggio, vestita con una lunga gonna fiorata. Porta con sé un cesto di vimini colmo di bellissimi grappoli d'uva malvasia, un piccolo "bottino" dopo una lunga giornata trascorsa nella vigna. Io mi avvicino e la guardo incantata trasformare quell'uva, calda, nera, dagli acini piccoli e dolci, nella confettura più buona che abbia mai assaggiato.
Un ricordo di più di 20 anni fa... allora sapevo che, un giorno, avrei preparato anch'io quella delizia, insieme a tutti quei piatti meravigliosi che ogni giorno assaggiavo nella sua cucina.
Mia nonna non mi ha mai scritto una ricetta, la sua è una cucina tramandata senza carta e penna ma trasmessa tramite gesti, meticolosi e metodici, che si ripetono ciclicamente durante le stagioni.
E' una cucina senza dosi, "a recula" era la regola, ed anche per mia mamma è sempre stato così... credo sia stata io la prima, in famiglia, a derogare alla "regola" pesando qualsiasi ingrediente.
E' una cucina di esperienza, una cucina guardata e vissuta, che ti fa sentire, da sempre, a tuo agio tra i fornelli. Sai già cosa fare ma non sai bene quando lo hai imparato.
Vi regalo la sua ricetta della "mustarda", fatta solo con l'uva " te mustu" o, per meglio dire, da vino. Meravigliosamente semplice, straordinariamente buona.
MOSTARDA d'UVA MALVASIA della nonna Assunta
Ingredienti:
2kg di uva malvasia
800g zucchero semolato
grappa q.b.
setaccio
1 vasetto sterilizzzato ( bagnandolo e mettendolo per 1 minuto nel microonde alla massima potenza)
Preparazione:
Laviamo accuratamente l'uva, stacchiamo gli acini dal graspo e mettiamoli in una larga pentola antiaderente.
Laviamo accuratamente l'uva, stacchiamo gli acini dal graspo e mettiamoli in una larga pentola antiaderente.
Schiacciamo qualche acino, in modo da far scendere un po' di succo, ed accendiamo il fuoco a fiamma bassissima.
Quando l'uva si sarà disfatta togliamola dal fuoco, lasciamola intiepidire leggermente e passiamola al setaccio premendo con il palmo delle mani, in modo da separare ben bene la polpa dai semi e la buccia.
Rimettiamo in pentola il succo ottenuto e, sempre a fuoco molto basso, cuociamo finché il liquido sarà ridotto di almeno 1/3.
Rimettiamo in pentola il succo ottenuto e, sempre a fuoco molto basso, cuociamo finché il liquido sarà ridotto di almeno 1/3.
Aggiungiamo lo zucchero e continuiamo la cottura, mescolando di tanto in tanto, fino a che il composto non si sarà addensato. Nell'incertezza possiamo verificare la cottura versando una goccia di confettura su un piattino freddo di freezer: se inclinandolo la mostarda rimane dov'è, vuol dire che è pronta!
Versiamo la mostarda calda nel vasetto sterilizzato (bagnamolo e mettiamolo per 1 minuto nel microonde alla max potenza) e asciutto.
Chiudiamo ermeticamente, versiamo un filo di grappa (o un altro liquore molto alcolico), capovolgiamolo e lasciamolo raffreddare a temperatura ambiente.
Chiudiamo il vasetto e capovolgiamolo fino a raffreddamento.
Etichettiamolo e riponiamolo in un luogo fresco e asciutto, meglio ancora se al riparo della luce.
Delicious!
Quest'anno non siamo riusciti a farla, mannaggia! La chiamiamo mostarda come se ci fosse anche la senape, chi sa perché?
RispondiEliminaBellissimo articolo, hai la poesia tra le dita, Caterina!
RispondiEliminaLeggo solo ora il tuo commento... grazie, grazie di cuore!
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